Cambiare totalmente la direzione della propria vita, mettendo in discussione tutto e ricominciando da capo. È possibile farlo? Si può scegliere di cambiare la rotta, anche passati i 30 anni?
La risposta è sì e ce lo dimostra Beatrice con la sua bellissima storia, fatta di riflessioni, cambiamenti radicali e futuro. Una storia che l’ha portata da noi, in Balance, e che vi raccontiamo per sottolineare un messaggio importante: ognuno di noi può trovare la forza di cambiare per diventare esattamente chi ha scelto di essere.
Beatrice, benvenuta! Raccontaci qualcosa di te…
Non è mai facile raccontarsi… Ho 32 anni, compiuti da poco. Sono una persona che ha sempre avuto tante passioni diverse e ho cercato di seguire quella che più si avvicinava all’idea che avevo di me stessa: la pasticceria. Ho scelto di dedicarmi a questo mondo facendo tanti sacrifici e pensando di aver preso la strada giusta per me. Ma mi sbagliavo.
Come hai capito che stavi sbagliando direzione?
È stato il terribile momento che abbiamo appena vissuto che mi ha fatto riflettere su ciò che stavo facendo. La pandemia, come è successo per molte altre persone, in qualche modo mi ha aiutata a capire che qualcosa non stava funzionando nel modo giusto. Amavo il tipo di lavoro, senza dubbio, perché sono sempre stata appassionata dalla pasticceria e dalle bellissime creazioni che potevo realizzare con le mie mani, ma pur amando questo aspetto mi ero resa conto che quel lavoro mi stava allontanando dalle mie priorità e dalla mia idea di vita.
Il sacrificio che stavo chiedendo a me stessa era troppo importante e non era comparabile a ciò che mi tornava indietro in termini di soddisfazione. Il ritmo di lavoro era estenuante, non avevo più il controllo della mia vita privata, mi mancava l’equilibrio giusto per sentirmi serena sia a lavoro che nella vita di tutti i giorni. Così, durante il lockdown, ho iniziato a riflettere su me stessa e su quello che avrei voluto veramente per me. E ho capito che era il momento di cambiare direzione. Subito, senza rimandare, anche se avevo paura di non essere in grado di farlo. Non ho una laurea, per esempio, e questo è stato il primo pensiero quando sono entrata in contatto la prima volta con la programmazione.
Nonostante la paura, non ti sei fermata. Quale è stato il primo passo concreto?
Mi sono iscritta a un corso di sei mesi in programmazione, perché riflettendo avevo capito che poteva piacermi e che era un campo molto ricercato nel mondo professionale. Non ero laureata, appunto, e non avevo una particolare simpatia per la matematica, ma presto ho scoperto che entrambe le cose non erano necessarie. Con l’appoggio del mio compagno e con la mia determinazione, sono andata avanti fino a capire che mi stava piacendo molto quel nuovo mondo. Ho studiato e mi sono applicata, sfruttando anche i mesi di lockdown.
Poi è arrivato il primo contatto con Balance e con la metodologia Salesforce.
Questo contatto è stato l’inizio di qualcosa di diverso, per te?
Assolutamente! Ho scelto di specializzarmi in Salesforce per due motivi: mi piaceva quello che stavo imparando e mi sentivo in grado di portare avanti quel percorso, in più la cosa migliore di questa specializzazione con Balance è stata il poter esprimere me stessa e i miei punti di forza, senza dovermi sentire in difetto per non avere una laurea o per il solo fatto di essere donna. Mi sono concentrata sulle mie skills e mi hanno aiutata a potenziarle, ho capito da subito che ero sulla strada giusta e nel posto giusto!
Hai menzionato l’essere donna, puoi spiegarci meglio cosa intendi?
Diciamo che il mondo da cui provengo, quello della pasticceria, è un po’ particolare. Nel mio caso, perlomeno, mi sono dovuta scontrare più di una volta con la sensazione di valere di meno solo in quanto donna. Non dico che possa essere così in generale in questo settore, ma le mie esperienze mi hanno portata a sentirmi in difetto per il solo fatto di avere il desiderio, per esempio, di avere una famiglia o di volere un ritmo di vita più sostenibile. Spesso le mie opinioni, solo per essere una giovane donna, non venivano tenute in considerazione e anche nei momenti in cui avrei dovuto prendere decisioni io in prima persona, tutti si aspettavano che seguissi le indicazioni di altri.
La correlazione donna-cucina, per esempio, è stato un peso non indifferente che ho dovuto sopportare. Avevo scelto la pasticceria perché è una mia passione e l’idea di creare qualcosa con le mie mani mi ha sempre entusiasmata, eppure questo peso non mi ha mai abbandonata. Anche questo mi ha fatto capire che non ero nel posto giusto per me.
Ora è cambiato qualcosa, da questo punto di vista?
Sì, è cambiato praticamente tutto. Ora mi sento finalmente apprezzata per le mie capacità e non in quanto appartenente a un genere. Mi sento sicura, perché in Balance sono affiancata e seguita da persone competenti (molte sono donne, tra l’altro) e non sento alcuna pressione per il solo fatto di essere donna. In più, ho trovato il bilanciamento tra vita professionale e vita privata che ho sempre cercato. Ora ho tempo da dedicare al mio lavoro e tempo da dedicare a me stessa.
Come ti immagini in futuro?
Quando ci penso, mi immagino di poter fare un percorso all’interno di Balance, perché qui mi sono sentita accolta e considerata per le mie doti. Vorrei poter costruire la mia carriera e fare dei passi avanti, magari assumendo ruoli con responsabilità sempre maggiori.
Sento di aver trovato la mia strada, ma anche l’azienda giusta.
Questa è la mia vittoria, nonostante il periodo difficile appena vissuto, e spero possa essere di ispirazione per tutte quelle donne che vorrebbero cambiare e sentirsi finalmente apprezzate.
Queste è la storia di Beatrice, che lavora con noi in Balance da qualche mese. Abbiamo voluto raccontarvela perché, come ci ha detto lei stessa, troppo spesso assistiamo a discriminazioni di genere nel mondo professionale e lotteremo sempre per evitare che ciò accada.
Se volete saperne di più sulla possibilità di lavorare con noi, scriveteci a jobs@balanceconsulting.it, saremo felici di darvi tutte le informazioni.